martedì 16 febbraio 2016

Approccio alla Complessità

Approccio alla Complessità 
Tratto da CREARE LEGAMI - 
Guida per educare alla sostenibilità -
Simona 
Cerrai Stefano Beccastrini 

Affrontare i problemi della Tecnologia, della natura, della società, 
dei sistemi organizzativi con un approccio epistemologico fondato su 
quello che Edgar Morin chiama giustamente il paradigma della 
complessità non significa semplicemente farlo con la consapevolezza 
che i problemi, che siamo oggi chiamati ad affrontare, sono più 
complicati di quelli di ieri (anche se ciò è probabilmente vero). 
Significa soprattutto affrontarli considerando l’oggetto della nostra 
intenzionalità cognitiva e operativa non come un insieme di parti più 
semplici che, per capire ’oggetto medesimo e per agire su esso, 
conviene disaggregare il più possibile, bensì come un organismo 
all’interno del quale il tutto è cosa ben diversa dall’assemblaggio 
delle parti e le interazioni dinamiche tra le parti stesse e con 
l’ambiente rappresentano qualcosa di più importante (per capire e 
cambiare l’oggetto d’indagine e d’intervento) che non la sua struttura 
statica. L’idea di complessità è nata primariamente nell’ambito delle 
scienze biologiche, come rivendicazione dell’impossibilità di 
ricondurre a schemi meccanici il funzionamento degli organismi viventi 
(come intendeva, invece, fare un riduzionismo epistemologico che, 
sulla scia della rivoluzione scientifica galileiana e filosofica 
cartesiana, si diffuse in Europa per esempio, ma altri se ne 
potrebbero fare, tra Illuminismo e Positivismo: esemplare il libro 
L’uomo macchina di Lamettrie). Successivamente, soprattutto nel XX 
secolo, si è estesa anche alle scienze sociali e dei sistemi 
organizzativi. 
Più recentemente, anche grazie all’opera di Ilya Prigogine, si va 
proponendo come un fondamento teorico su cui appare possibile 
costruire una “nuova alleanza” tra le cosiddette “due culture”, quella 
delle scienze naturali e quella delle scienze umane. Nell’ambito dei 
sistemi organizzativi, assumere il “paradigma della complessità” 
significa a b b a n d o n a re le metafore dell’organizzazione come 
“macchina” (Taylor) per accogliere metafore dell’organizzazione come 
organismo vivente ecologicamente contestualizzato. Ciò implica passare 
dall’idea di sistema organizzativo come struttura e come istituzione 
(chiuse in sé) all’idea di sistema organizzativo come progetto e come 
network (aperti all’esterno). Tale passaggio implica anche una 
modifica dello strumento di integrazione e coordinamento del sistema: 
dal potere alla comunicazione. Ciò vale anche in ambito scolastico e 
vale anche per una comunità locale. 

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